Guidare, guidare e basta, dimenticando completamente lo stress e l’ansia causati dal girovagare in lungo e in largo per trovare un parcheggio.
Un sogno che probabilmente accomuna gli automobilisti di tutto il mondo. Finora una chimera o un miraggio che sa di futuro lontano, anzi lontanissimo, difficile da realizzare nella società contemporanea.
E invece per una volta non è così. Perché quella che fino a tempo fa sembrava una vera e propria utopia o, nella migliore delle ipotesi, pura fantascienza automobilistica, oggi non rappresenta più un traguardo irraggiungibile. Merito di una di quelle piccole grandi innovazioni del nostro tempo che grazie all’utilizzo di sensori, radar e dispositivi di ultima generazione rende tutto e tutti più connessi gli uni con gli altri.
Collaborative parking. Risponde a questo nome la tecnologia ideata da Ford e in questo periodo in corso di sperimentazione nel Regno Unito.
Il progetto nasce con lo scopo (ambizioso) di risolvere uno dei più annosi problemi dell’automobilista contemporaneo. La ricerca di un posto ove lasciare in sosta la propria vettura.
Operazione che, secondo una ricerca effettuata in UK da Ford, impegna in media ogni automobilista per più di un giorno l’anno. Un’infinità di tempo, che Collaborative Parking promette di ridurre sensibilmente.
Il sistema si appoggia infatti a una mappa crowd-sourced aggiornata in tempo reale in grado di dialogare con i sistemi di monitoraggio dei parcheggi e quindi di visualizzare sul computer di bordo gli spazi liberi.
Proprio per questo motivo la strumentazione si rivela utilissima nelle aree sosta più strutturate. Ford è tra i principali attori coinvolti nello sviluppo e nella futura applicazione di questo genere di funzionalità nel settore dell’automotive.
La possibilità offerta dal sempre più stretto legame tra i veicoli e tra questi e la infrastrutture apre nuovi sterminati orizzonti al futuro della guida.
Tecnologie del genere, applicate a questo preciso ambito, renderanno meno stressante e più sicura la guida incidendo positivamente persino sul consumo del carburante.
E non ultimo saranno in grado di restituire un po’ di quei momenti andati perduti in tanto infruttuose quanto spasmodiche ricerche di un posto libero. Difatti, come afferma Christian Rees, Supervisor, Automated Driving Europe, Ford Research e Advanced Engineering:
“Comprendiamo bene quanto tempo vada sprecato e quanto stress siano causati dalla ricerca continua di parcheggi, in città. L’intento della nostra sperimentazione è quello di restituire quel tempo ai conducenti, aiutandoli a godersi i momenti trascorsi in automobile affinché siano più felici e più efficienti.”
La lotta contro il tempo da parte di Ford è ufficialmente iniziata.